A un anno dalla morte dell'artista Maria Agata Amato, DART Villa Verlicchi e il Museo CABA intendono ricordarla con una retrospettiva del suo lavoro grafico legato al libro d'artista e all'incisione. Nel corso della sua carriera Amato ha seguito un percorso artistico proteso a pronunciare ed elevare l'unicità del suo linguaggio. La necessità di comunicare tramite un segno forte è sinonimo di esaltazione della materia legata a un'esplosione gestuale che, guidata dall'esperienza, traduce la conoscenza tecnica del fare in intensità complessa implosa di stati emozionali. L'estensione del gesto, in contrazioni cariche di echi informali, pulsa nei rossi sbarrati dai neri, appare circoscritta ad emblema, ideogramma che si protende nell'infinito tra spazio e tempo. L'essenzialità cromatica, la molteplicità dei segni sono traccia di continuità in cui far confluire l'esigenza di comunicare il senso dell'esistere liberandolo dalla banalità e dalla sua insostenibile leggerezza. (Lamberto Caravita/Lucia Govoni)