Durante i mesi del primo lockdown (da marzo a giugno 2020) la Cooperativa Synchronos, impresa di gestione del MUSMA, ha rivolto agli artisti delle sue collezioni un invito a realizzare uno scatto al proprio studio, a una stanza del proprio appartamento e/o a un oggetto in esso presente, che potesse rappresentare quel particolare momento storico.
La Sala della grafica del MUSMA, una stanza silenziosa e raccolta, un ambiente appartato sito nel cuore di Palazzo Pomarici accoglie diciotto fotografie, un’installazione e un’opera sonora.
Saverio Todaro, Jasmine Pignatelli, Valerio Rocco Orlando, Sandra Hauser, Leonardo Sonnoli, Agnese Purgatorio, Roberto Paci Dalò, Emmanuele De Ruvo, Afterall, Alberto Timossi, Audrey Coïaniz, Saul Saguatti, Francesco Arena, Luca Centola, Davide Sebastian, Giovanni Gaggia, Matteo Basilè, Aurelio Amendola, La luna al guinzaglio, Andrea Felli: venti diverse prospettive, di sorprendente impatto, sui mesi di isolamento costretto dalla pandemia.
Il titolo e il concetto alla base di DiStanze derivano sia dall’allontanamento fisico a cui siamo stati costretti dal lockdown sia dall’idea originaria di spazio museale, nato e sviluppatosi a partire dalle "stanze delle meraviglie"- le Wunderkammer - e dalle collezioni private. Sorte toccata anche al MUSMA, il cui nucleo storico di opere si è formato grazie alle donazioni di galleristi, collezionisti e artisti alla Fondazione Zetema, ente promotore del Museo. Inoltre, Palazzo Pomarici, l’edificio storico nel cuore dei Sassi che lo ospita, è chiamato anche il “Palazzo delle cento stanze”, per le numerose camere che si succedono l’una nell’altra.
La tematica dell’apparato iconografico della Wunderkammer del MUSMA parte, pertanto, da un gioco di parole: “di stanze_distanze”. Ogni stanza ha un proprio ruolo, proprie caratteristiche e propri attributi specifici: DiStanze paesaggio, DiStanze di interni, DiStanze manifesto e una DiStanza sonora. “Le immagini – scrive Simona Spinella, curatrice della mostra - sono pezzi unici di un tempo raro, frammenti di un tempo ben preciso: l’isolamento. Ogni opera rende il ciclo un’immagine di creazione e attesa e i venti artisti coinvolti sono i custodi di momenti di solitaria e isolata bellezza”.