Prima mostra personale in Italia di Artur Żmijewski, una delle figure radicali più importanti sulla scena artistica polacca. La sua ricerca riflette la sua preoccupazione per i problemi sociali di ampio respiro e si muove tra i meccanismi di potere e oppressione all'interno dell'ordine sociale esistente - nonché i conflitti sociali al confine con la violenza - mentre espone l'inclinazione istintiva umana verso il male. Le sue opere analizzano il rapporto tra emozioni estreme e le loro espressioni fisiche. Si preoccupano della distruzione del corpo umano e del funzionamento cognitivo in casi estremi come la malattia o la disabilità, mentre esaminano anche i meccanismi della memoria e del trauma collettivo.