Da un’intervista con l’artista, Gianluca Capozzi
"Trascendo la rappresentazione in se, ma uso tutti gli elementi a disposizione per alludere ad una realtà ampliata.
Rifletto allo stesso tempo sull'interdipendenza e l'impermanenza, con figure come fantasmi che abitano un unico instante. 
Sul legame con la nostra parte profonda e gli stati di coscienza ampliati, visioni, evoluzione e consapevolezza. 
Una caratteristica messa in scena percettiva, quasi teatrale che vuole avvicinarsi, il più possibile, rendendo visibile nel qui ed ora ciò che non è visibile.
Il rapporto tra luce e colore in pittura abbraccia velocità e istinto rendendo protagonista il momento in cui l'opera si completa e lo stesso concetto di creazione. 
Il dipinto stesso è una traccia di questo gesto. 
Una pittura non di rappresentazione, ma parte della realtà."