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Oh, i am just visiting di Fabrice Bernasconi Borzì
Il progetto di Fabrice vuole essere una parodia della scultura tradizionale e del linguaggio con cui la decifriamo.
Fabrice Bernasconi Borzì, oh, i am just visiting, 2022
8 ottobre 2022
17:00 – 21:00
Ingresso libero
Descrizione

“What do you do? For a living, i mean” - “oh i’m just visiting!”1
Con una sentita citazione al personaggio creato e interpretato da David Bowie Fabrice inaugura cosi la sua personale al BOCS. Concependo l’arte come qualcosa di temporaneo e di passaggio, di non stabile e ispirato dalla mission del BOCS “[...] arte che coinvolga tutti, addetti ai lavori e non” mission che verte su un’arte che tessa relazioni con un pubblico aperto a nuove ricerche e sperimentazioni, e che miri ad allargare il concetto di fruizione e consumo culturale.
oh, i am just visiting vuole essere una parodia della scultura tradizionale e del linguaggio con cui la decifriamo. Con la sua tipica ironia e con l’uso dei materiali industrializzati Fabrice lavora molto il manufatto in sé stesso in rapporto al fruitore e all’ambiente che lo ospita. Se ne appropria liberamente, sfruttandolo in tutte le sue componenti e maneggiandolo a suo piacimento ma con estrema cura.
In questo caso, il manufatto manipolato da Fabrice viene preso in prestito da un luogo vicino, il porto. Un oggetto nuovo, non presente nel suo bagaglio esperienziale artistico e soprattutto sconosciuto al suo lato svizzero. Il parabordo.
Il parabordo è un corpo elastico che funge da protezione per le imbarcazioni contro urti o sfregamenti. Può essere di varie forme materiale e consistenza (pieno, ripieno di schiuma, vuoto, gonfiabile, ecc.), ma è importante che sia di materiale elastico e che sia sistemato in modo da coprire tutta l'estensione del possibile movimento reciproco tra le superfici che possono venire a contatto. Mirando all’estraniazione del parabordo Fabrice lo rende protagonista della sua personale. Ricreandolo con il materiale PVC dei castelli gonfiabili per bambini. Cosi deconte- stualizzato, l’illusorio parabordo diventa oggetto d’arte. Poggia- to semplicemente a terra, rappresenta una parodia delle scultu- re, un ready made made da Fabrice. La sua condizione di vita è determinata. Con il tempo perderà volume, si sgonfierà e cadrà. Una deducibile metafora della vita.
Dal suo passato artistico, Fabrice torna a confrontarsi con il video. Un ironico e inutile making of della mostra che si trasforma in un film di un’ora e mezza. Durante la sua riproduzione assistia- mo al gonfiamento della scultura, al suo prendere forma nello spazio. L’atto del gonfiare sfinisce Fabrice, i muscoli e il corpo ne risentono. Il gesto è rappresentativo del lavoro, della stanchezza e della dedizione che sono presenti dietro ogni mostra.
Il titolo della mostra risulta allora essere anch’esso una metafo- ra, un riassunto della concezione che Fabrice ha della vita e del suo fare. L’arte è passeggera e ciclica, è temporanea è di passaggio. Gli oggetti sono anch’essi limitati nel tempo, con una fine.
A noi fruitori non resta che visitare questa mostra, confrontarci con un oggetto estraniato dal suo ambiente. Noi tutti siamo solo di passaggio, noi tutti stiamo solo visitando.
Giulia Papa (giugno 2022)

Ass. Culturale BeBOCS
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