In occasione della Giornata del Contemporaneo 2022, l'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, esibisce l'opera "Posthumous maps" dell'artista piemontese Eugenio Tibaldi che verrà esposta nella sede di rue de Livourne 38.
La mappa è uno dei primi oggetti a determinare un tentativo organico di registrazione, narrazione e controllo del territorio naturale da parte dell'uomo. Costruire mappe significa offrire uno strumento per comprendere un luogo, definire un percorso ed anche forse un significato.
E' in questo solco che si pone l'opera “ Posthumous maps” di Eugenio Tibaldi, realizzata a Bruxelles nel 2017 per la mostra “Posthumous Identity”. Un lavoro che spinge la mappa in un altro territorio, uscendo dalla dimensione spaziale per entrare in quella temporale e percettiva del luogo narrato: così sulla mappa militare di inizio Novecento usata dall'artista troviamo una serie di interventi diversi, fra collage e pittura, che rivelano abbinamenti inusuali.
I frammenti, realizzati con metodo quasi scientifico, accostano infatti fonti di tre diverse provenienze, creando una topografia inedita: testimonianze di natura storica, stratificate dal tempo; immagini selezionate dall'artista attraverso un questionario proposto agli abitanti di Bruxelles, in base quindi a un criterio 'popolare'; e scelte determinate in maniera 'meritocratica', grazie alle suggestioni proposte da personalità eccellenti di Bruxelles. Questo processo, che unisce elementi apparentemente eterogenei, determina invece una costruzione estetica unitaria che attinge alle più contemporanee teorie sociologiche, evocando uno schema possibile per il superamento dei limiti della nostra società, nel tentativo di cartografare un mondo ancora tutto da immaginare.
Il pianeta, così come la nostra democrazia, sono oggi in sofferenza. Impegnarsi nella ricerca di possibili soluzioni diviene doveroso non solo per salvare la Terra, ma per salvare noi stessi. Lo sguardo dell'arte, laterale e 'inutile', diviene quindi fondamentale per cercare di tracciare altre vie possibili, non ancora esplorate, come quelle della mappa creata da Tibaldi.