Tania Pistone ha sempre messo al centro della propria ricerca e riflessione il linguaggio dei segni e della letteratura.Non é solo la passione per la poesia ed i romanzi , ma la capacità di andare alla radice di questi testi, a permetterle di selezionare pagine essenziali e riprodurle nei suoi dipinti per poi creare un cortocircuito tra alfabeti esistenti ed inesistenti, di sua invenzione.Se in questa mostra il punto di partenza della sua ispirazione sono i criptici e sofferti "Cantos pisani" di Ezra Pound, l'artista suggerisce tuttavia il legame con altri"canti" in questa circostanza; in particolare quelli scoperti da Bruce Chatwin negli anni'80 quando scrisse "Le vie dei canti", storie di nomadismi e migrazioni vitali per gli aborigeni australiani o alcune poesie sulla complessità del linguaggio di Jorge Luis Borges. Rinunciando all'immagine diretta, strato dopo strato e oscurando la lettura dei testi, crea tavole preziose su fondi realizzati a foglia d'oro o su superfici metalliche, dove minuziosi ideogrammi e segni a smalto sgocciolato portano i visitatori a riflettere sul nostro modo di comunicare, sui limiti oggettivi della parola scritta e sul sogno misterioso ed universale della letteratura. Accompagnano questi lavori una serie di "ritratti segreti" degli scrittori citati, realizzati con frammenti di carta tritata dei testi da loro concepiti.