To be Kind presenta la preview online del video della performance di Eleonora Chiesa How to explain pictures to a Live Rabbit ... Eleonora Chiesa artista e fondatrice di Prisma Studio a Genova è una presenza sinergica con il mio spazio, con lei condivido una visione sociale d’ impronta contributiva. La nostra comune attitudine empatica che non è un trend senza consistenza ma determina la convivenza con un sentire sottile, spesso doloroso verso temi, per noi imprescindibili, come l’ ecologia e l ‘ anti specismo. Questo assomigliarsi é alla base di un collaborare compatibile ed è la struttura di un ‘amicizia di senso.
Questa’ azione che prevede una relazione con la specie animale di forte sensibilità e rispetto si contrappone a modalità in uso nell’arte contemporanea che trovo del tutto non necessarie e che prevedono sacrifici, maltrattamenti o l’esposizione inquietante di corpi imbalsamati e mutilati. La Relazione che Eleonora presenta agli spettatori genera la stessa emozione ,commozione di un accadimento naturale.


Venerdì 16 settembre presso Prisma Studio si è svolta l’azione How to explain pictures to a Live Rabbit, un esplicito omaggio a Joseph Beuys, citazione della performance del 1965 How to Explain Pictures to a Dead Hare con un riferimento ulteriore alla celebre azione del 1974 I Like America and America Likes Me.
Se, nell’azione di Beuys il corpo della lepre tenuto in braccio è privo di vita a rappresentare la trasformazione, la ciclicità della vita e della morte, nell’azione di Eleonora Chiesa il desiderio è di convertire tale presenza nel corpo vivo di un coniglio - che, dopo essere stato salvato da un allevamento, è stato coinvolto a condividere assieme a lei il tempo dell’azione. Un’immagine dilatata su un tempo di quasi due ore in cui il pubblico ha assistito esternamente attraverso la porta a vetri dello studio e che, secondo le indicazioni dell’artista è rimasta chiusa per preservare lo stato emotivo dell’animale e consentire uno stato di maggiore intimità. Durante l’azione l’artista ha cercato di stabilire un contatto con l’animale, nel rispetto della sua etologia in quanto ospite temporaneo in un contesto ad esso estraneo.
Ciò che essenzialmente viene recuperato dalla poetica del maestro tedesco è l’invito a godere dell’arte in una modalità più istintiva, il riflettere sulla fragilità, l’importanza della vita indipendentemente dalla sua forma in una rinnovata riflessione del rapporto tra essere umano e natura. ( Margherita Merega )

La performance si è svolta nell'ambito della manifestazione dedicata a Fluxus, Sixty Years in Flux a cura di Leo Lecci, Francesca Serrati e Caterina Gualco svoltasi a settembre presso il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, Palazzo Ducale e in diversi spazi della città.