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Marco Gastini
In collaborazione con Archivio Marco Gastini (TO), con opere scelte da Nino Castagnoli
Marco Gastini, Oriens, 1983, tecnica mista, carbone, piombo, ferro, plexiglas, tela e legno su tela, cm 167x237,14 - courtesy OTTO Gallery e Archivio Marco Gastini (Torino)
8 ottobre 2022
10:30 – 20:00
La mostra potrà essere visitata fino al 10 ottobre 2022 nei seguenti orari di galleria: dal martedì al sabato, 10.30-13.00 e 16.00-20.00
Descrizione

A quattro anni di distanza dalla scomparsa dell’artista, OTTO Gallery rende omaggio all’indimenticato maestro torinese con il quale la galleria nel corso del tempo si è identificata profondamente. La mostra, realizzata in collaborazione con l’Archivio Marco Gastini (Torino) e curata da Nino Castagnoli, presenta un percorso espositivo scandito da tre sole grandi opere di carattere museale.
Emblematicamente rappresentative delle istanze che hanno attraversato l’opera di Gastini in tutto il suo percorso artistico, esse incarnano nozioni quali spazio, energia, tensione, coinvolgimento, grado di immersione, attrazione e repulsione, riflettendo le qualità di una ricerca artistica orientata al coinvolgimento dello spazio come luogo di azione della pittura.
Apre la mostra in prima sala Grande nero (1982), esposto per la prima volta alla Galleria Civica, Palazzina dei Giardini di Modena nel 1983, opera che diventa sinonimo di quell’immersione che il colore, in questo caso il pigmento blu oltremare sormontato dal nero, rende possibile, consentendo lo smarrimento dell’osservatore nell’ambiente. Mentre le carrube disseminate insieme al carbone sulla superficie pittorica creano un rapporto dialettico col colore, stabilendo un campo di tensione nell’opera.
I materiali più differenti entrano infatti a far parte dell’opera con tutta la loro forza generativa in Marco Gastini, come in Oriens (1983), grande opera esposta alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel 1984 che campeggia in seconda sala, dove l’accostamento di piombo, ferro, carbone, plexiglas, legno e tela forma polarità diverse che danno origine a intensi flussi energetici. L’opera si trasforma così in una “polifonia di cui l’artista detiene il registro complessivo formale, con accurata calibratura e gestione dei pesi cromatici, ritmici e spaziali”. (B. Corà)
La pittura si frammenta e si espande nello spazio in terza sala con l’opera Nel volo...Roma (2003), presentata alla Fondazione VOLUME! di Roma nello stesso anno. E’ una pittura che prende corpo nello spazio tridimensionale e ne determina la metamorfosi. Le tele sembrano sostenersi da sé nel vuoto in una sospensione aerea che si riflette nel titolo. “La pittura si irradia, carica di tensione, in tutte le direzioni spaziali” e il supporto si “moltiplica in sequenze ritmiche di infinite variazioni: non più un solo ‘quadro’, ma decine, di varie dimensioni, colori, altezze, proprio come le note di una partitura musicale”. (S. Pegoraro)

Via D'Azeglio 55, 40123, Bologna, BO
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