Caterina De Nicola viaggia attraverso l’eterogeneità di forme e discipline, partendo dalla pittura e arrivando alla musica, passando per la scultura, l’installazione, la fotografia e la performance: queste confluiscono nelle sue opere attraverso quello che lei stessa definisce un mash-up – termine prettamente musicale – che in questo caso significa una convivenza di oggetti, materiali, frasi e disegni per creare, alla fine, un unico “suono” o “oggetto”.
Marco Pio Mucci tra pittura e divagazioni avanguardistiche, mette in campo una figurazione monocroma, che contribuisce alla costruzione di un’epica autobiografica. Nei suoi lavori quello che sembra un racconto personale è in verità spesso cadenzato da alcune narrazioni maturate nell’ ambito di esperienze condivise. I disegni e i suoi quadri ad olio, realizzati appositamente per questa mostra, riportano alla mente i ‘materiali selvaggi’ descritti da Pier Vittorio Tondelli, esegeta della cultura giovanile e underground degli anni ottanta.
Valerio Nicolai tra figurazione e astrazione, articola il suo linguaggio visionario indagando il rapporto tra opera d’arte e realtà, in cui egli stesso copre il ruolo di intermediario. La sue pitture creano uno spazio ambiguo, con registri diversi, e trovano ispirazione da letture di romanzi, prevalentemente quelli classici, che egli definisce immobili e inafferrabili quindi capaci di produrre sempre nuovi significati nella mente di chi li legge.
La mostra si avvale inoltre del contributo di un quarto artista, Marco Pace, autore non solo del disegno dell’invito, ma anche del catalogo della mostra che sarà presentato durante il periodo di apertura della stessa, sottoforma di un fumetto di fantascienza in cui i tre autori saranno i protagonisti di un futuro distopico.