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Il sussurro del pavone diventa un serpente
Alessandro Roma, The whisper of the peacock becomes a snake, 2022 courtesy l'artista e Quartz Studio, Torino foto Beppe Giardino
8 ottobre 2022
15:00 – 19:00
Descrizione

Quartz Studio è lieto di presentare The whisper of the peacock becomes a snake, la prima personale a Torino di Alessandro Roma (Milano, 1977) con un testo critico di Irina Zucca Alessandrelli.
Ricordo i nomi che da bambino davo alle erbe e ai fiori nascosti. Ricordo dove si trova il rospo e a che ora si svegliano d'estate gli uccelli e l'odore degli alberi e delle stagioni.
John Steinbeck, La valle dell’Eden (1952)

La personale di Alessandro Roma è un invito a smarrirsi per ritrovarsi, un inno alla rêverie in una natura sinuosa e animata. Un mondo vegetale in profonda simbiosi con quello animale, tanto da apparire inscindibile, accoglie il visitatore e lo avvia verso un immaginario floreale con piume di pavone. L’intera mostra, che si compone di due grandi tele, una ceramica e una stampa xilografica, si sofferma su forme mutanti da anfibi a volatili e viceversa.

Le tele senza telaio presentano una sorta di uroboro, un serpente che si trasforma, inglobando un pavone, simbolo di vita eterna, che si crea continuamente in una cosmogonia seducente dalle tinte violacee e verdastre. Le due tele sono appese come antichi arazzi rinascimentali che sembrano far parte di un unico mondo, solo momentaneamente diviso in due.
La stampa, una xilografia eseguita a mano da tre lastre incise su linoleum, e l’opera in ceramica, che sarebbe riduttivo definire vaso, sono del tutto coerenti con lo scenario pittorico da cui sembrano scaturire. La stampa, in cui predominano i toni del giallo limone e del viola scuro, incorniciata su legno e ceramica colorata rimanda all’estetica delle avanguardie tedesche di inizio secolo scorso, ma in versione più morbida dai tratti curvilinei delicati. La ceramica è un’imponente scultura dagli stessi riferimenti cromatici delle altre opere ma in tono sfumato, più tenue. Come un tronco avviluppato da grandi foglie e fiori, questa scultura si staglia su un plinto circolare. Dal suo interno emergono frastagliati arbusti indaco che solleticano il tatto, tanto sono lisci e scintillanti nella loro corazza esterna arcobaleno. Su tutto regna una tale soave eleganza e armonia dei sensi da rimandare la mente al profumo di fresche selve fiorite, leggermente increspate dal vento.

Questa sinestetica composizione richiama un mondo di valori artistici reclamati a gran voce: l’amore per le tecniche artigianali e il sapere fare manuale che conosce la grana della carta e l’effetto della tempera sulla tela grezza e quello dello smalto sulla ceramica lattiginosa. Le tecniche usate da Alessandro Roma riecheggiano saperi dimenticati e tanto auspicabili per restituire all’occhio di chi guarda il godimento della mano che modella, dipinge e incide.
Di fronte a questi lavori si percepisce il frusciare di un pavone tra i rami e si scorgono riverberi di luce tra le frasche, respirando la spirituale unità del creato di cui l’artista coglie l’essenza.

via Giulia di Barolo 18/D, 10124, Torino, Torino
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