Il Centro Friulano Arti Plastiche anche quest’anno intende partecipare con le opere di alcuni dei suoi soci, alla Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani.
Nel solco delle attività di valorizzazione e conservazione della memoria degli artisti friulani del passato, portate avanti da anni da parte dei soci del Centro Friulano Arti Plastiche, in questa occasione si intende proporre una rilettura di opere di alcuni di questi artisti, che sono stati anche soci del Centro, rivisitandole con occhio contemporaneo.
Otto tele di grande formato saranno poste ai piedi del colle del castello di Udine per “incontrare” i cittadini e portarli a riflettere sul nostro passato e sul nostro futuro.
I nostri “vecchi”, negli anni 60, attraverso l’arte perforavano la cortina di ferro instaurando rapporti transfrontalieri e riunendo gli artisti di Friuli, Carinzia e Slovenia, regioni allora divise da una barriera impenetrabile.
Le tensioni politiche che i quegli anni tormentavano la nostra regione, avamposto a nord est del nostro mondo, con l’arte venivano annullate unendo gli artisti in un obiettivo comune di pace, fratellanza e collaborazione.
Questa memoria ci dice la forza dell’arte nell’aprire strade e questo non va dimenticato e va perpetuato.
Per questo continua l’impegno, con le nostre opere, nell’attività di promozione dello Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030 iniziata nel 2015.
Il Centro Friulano Arti Plastiche anche quest’anno intende partecipare con le opere di alcuni dei suoi soci, alla Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani.
Nel solco delle attività di valorizzazione e conservazione della memoria degli artisti friulani del passato, portate avanti da anni da parte dei soci del Centro Friulano Arti Plastiche, in questa occasione si intende proporre una rilettura di opere di alcuni di questi artisti, che sono stati anche soci del Centro, rivisitandole con occhio contemporaneo.
Nove tele di grande formato saranno poste ai piedi del colle del castello di Udine per “incontrare” i cittadini e portarli a riflettere sul nostro passato e sul nostro futuro.
I nostri “vecchi”, negli anni 60, attraverso l’arte perforavano la cortina di ferro instaurando rapporti transfrontalieri e riunendo gli artisti di Friuli, Carinzia e Slovenia, regioni allora divise da una barriera impenetrabile.
Le tensioni politiche che i quegli anni tormentavano la nostra regione, avamposto a nord est del nostro mondo, con l’arte venivano annullate unendo gli artisti in un obiettivo comune di pace, fratellanza e collaborazione.
Questa memoria ci dice la forza dell’arte nell’aprire strade e questo non va dimenticato e va perpetuato.
Per questo continua l’impegno, con le nostre opere, nell’attività di promozione dello Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030 iniziata nel 2015.