L'esibizione sarà aperta gratuitamente al pubblico in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, sabato 7 ottobre 2023.
Alla condizione esistenziale dell’uomo contemporaneo, tra il miraggio dell’affrancamento dal lavoro e la costante spinta ad essere performante, iperproduttivo e competitivo, l’artista risponde recuperando l’innocenza di un’infanzia idealizzata, in cui l’esperienza della realtà è ludica e comunitaria.
La tuta, ironicamente inserita dall’artista nel titolo della mostra, riporta sia al riposo casalingo sia all’attività lavorativa manuale, divenendo simbolo della dualità tra lo spazio interiore e la competizione sociale che ci porta a lavorare più del dovuto. Anche gli strumenti di comunicazione e di espressione del tempo libero, come i social media, si trasformano facilmente in arene in cui la competizione e la lotta per la visibilità portano alla stanchezza cronica degli utenti. Diviene quindi fondamentale trovare il modo di preservarsi creando dei propri spazi di riposo ed espressione non competitiva.
Il mondo delineato da Pietro Di Corrado esprime insieme una contemporaneità ricca di stimoli visivi che si susseguono impetuosamente e una temporalità altra, in cui emergono ricordi personali e affetti legati ad una dimensione più intima e rarefatta. Nelle opere dell’artista si ottiene l’equilibrio tra questi contrasti, connotato dall’armonia cromatica e compositiva che si unisce ad una levità narrativa orientata all’ironia e al divertissement.
Un’installazione progettata per la mostra, realizzata con semplici mattoni di laterizio che creano una zona più intima all’interno dello spazio espositivo, rimanda alla passione per l’architettura presente già nell’infanzia dell’artista, quando visitava i cantieri con il padre, sognando di poter costruire delle case.
Nei dipinti, una spazialità che ibrida più modalità di rappresentazione della profondità, dalla prospettiva all’assonometria, è associata a campiture piatte, conducendo ad una stilizzazione della realtà che diviene metafisica, spazio della mente in cui risiedono i ricordi, le percezioni presenti e le aspirazioni future. L’architettura, le figure e gli oggetti divengono forme astratte, sorta di simboli magici che conducono in uno spazio tempo alternativo in cui si possono intrecciare i riferimenti più diversi.
Nelle opere di Pietro Di Corrado la fusione della memoria contemporanea e remota porta alla creazione di uno storytelling continuo, ironico, colto, non-sense e strettamente autobiografico.