All’interno di una riflessione più ampia sulle dinamiche di mercato del vintage, con “Second Skin” Hannes Egger costruisce un dispositivo performativo che indirizza lo sguardo sull’indumento, come traccia e vettore di esistenze.
Un mucchio di abiti vintage viene messo a disposizione del pubblico, invitato a prendere un capo in cambio di un altro che sta indossando in quel momento. Poche semplici regole circoscrivono le modalità di questa permuta che deve accadere sulla propria pelle. “Second Skin” è un dispositivo performativo che innesca una riflessione sulle tracce di vissuto che lasciamo attraverso gli indumenti e sulle dinamiche di appropriazione e identificazione che instauriamo con essi. Hannes Egger isola questo istante, ne codifica i gesti e li evidenzia con l’essenzialità e la nitidezza del suo linguaggio performativo, che qui si confronta con il sistema di mercato del vintage, approfondito durante un periodo di residenza a Lottozero a Prato e indagato come fenomeno di storia economica degli ultimi cinquant’anni.
Completa il progetto espositivo una collezione di oggetti trovati, recuperati nelle tasche di abiti poi immessi nel circuito del vintage: concrezioni di vite passate che raccontano per frammenti storie personali e costumi sociali, a testimonianza di quanto l’indumento sia, essenzialmente, un vettore di esistenze.