Nel corso dei secoli, l’arte ha sempre rivaleggiato con la natura, rischiando di rovinare verso il fondo, laddove monta il rumore di ciò che cade a pezzi (ma che in realtà è già eco, è già passato, già compiuto). Anziché cercare di plagiare o piegare la natura ai nostri desideri, è necessario attingere alle sue segrete energie; spetta quindi agli artisti, e non ai critici, avere “l’ultima parola” sulla bellezza che si annida nelle forme e nei materiali.
La pittura di Juan Carlos Ceci ha sempre vissuto di slanci ed esitazioni, di furori e ripensamenti, di affioramenti e affossamenti. Anziché proporsi di dipingere una natura morta, l’artista ha sempre preteso di intuire una Natura che fosse consustanziale alla pittura stessa.
Luca Freschi rintraccia nella materia fittile la sua fonte primaria in una commistione di tempi e luoghi differenti. Le Cariatidi, installazioni di configurazione totemica, spaziano tra richiami iconografici e formali, attingendo a culture dell’antichità e dell’attualità.
L’opera di Alessandra Gellini, In fìeri, attinge, secondo la sua consueta poetica, dalla natura suggerimenti per esprimere esperienze esistenziali profonde. In questo caso, come già nell’opera Noi che io sono emergono i concetti di cambiamento, adattamento, resistenza.
Le opere di Giorgia Severi indagano i “paesaggi culturali” in cui l'identità culturale è/era strettamente legata alla natura del luogo. Il progetto Ghost Landscape utilizzando i Ghost Gum Trees, eucalipti plurisecolari portatori di memoria, custodi e protagonisti di storie e tradizioni locali, oltre che testimoni di eventi legati al colonialismo.
Luca Piovaccari propone giardini selvatici e paesaggi perduti nel tempo che cercano, con il freddo, la rigenerazione. Quello del viandante solitario, come anche quello dell’ artista, è un percorso a ritroso sul mondo che parla all’anima della natura e a ognuno di noi.
Come un giocoliere che lavora di frodo, Verter Turroni si districa tra occultamenti e camuffamenti; mosso e scosso dalla curiosità che punge sul vivo l’attenzione, l’artista giunge a una riduzione estrema e radicale che concilia il meno possibile con "qualcosa".
A cura di Alberto Zanchetta