Attraverso i canali social dell'autrice, l'opera concettuale "Uterine Spaces" verrà presentata con un cortometraggio. "Uterine Spaces" è un ambiente architettonico la cui componente principale è un biomateriale ottenuto attraverso la fermentazione di una coltura simbiotica di batteri e lieviti (SCOBY). Traendo ispirazione dalle qualità nutritive dell'utero femminile, il progetto collega lo spazio architettonico alla vita, alla morte e alla biodegradazione dei materiali di cui è composto, con l'obiettivo di stimolare una riflessione sulla convivenza multispecie.
L'obiettivo è quello di favorire il coinvolgimento nell'ambiente costruito di agenti solitamente considerati tossici (come batteri e muffe), per allontanarsi dal pregiudizio culturale per cui gli esseri umani sono visti come membri della specie dominante e, piuttosto, spostarsi verso un modello non antropocentrico di rappresentazione della nostra relazione ecologica con il non umano. In questo quadro, gli spazi architettonici sono visti come luoghi di coabitazione e il perturbante (associato al materiale biologico in decomposizione) diventa un nuovo canone estetico.
"Uterine Spaces" fa parte della ricerca indipendente di Selenia Marinelli sulla biofabbricazione, incentrata sulla creazione fai-da-te di biomateriali per raggiungere un'estetica innovativa e promuovere l'attivismo materiale attraverso un approccio transdisciplinare alla progettazione dei materiali.
Selenia esplora infatti come la biotecnologia e i biomateriali, in quanto alternative ai materiali da costruzione tradizionali, possano svolgere un ruolo chiave per guidare il cambiamento verso un’architettura più sostenibile e “vivente” nel contesto dell’era dell’Antropocene.