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RELITTI
Ivano Parolini Relitti 2016 free use
7 ottobre 2023
sab: 08:00 – 12:00 / 13:00 – 22:00
Relitti è un video che riprende la fase di performance e site-specific in Sciesopoli Selvino ( ex colonia dove arrivarono 800 bambini Ebrei dopo la seconda guerra Mondiale). Un video che attraverso l’arte ci mostra il dramma dell’Olocausto.
Descrizione

L’uomo-albero di Ivano Parolini, metafora estrema tra vita e morte dell’offesa più brutale all’umanità che la storia, purtroppo spesso immemore, rinnova anche nell’attualità di questi concitati giorni, è qui, nel possente simulacro di una laica “deposizione”, così struggente, viva, inquietante e “nostra”.
Ed è in questo paradosso che sta tutta l’intrinseca forza della performance “RELITTI” in cui l’autore intende onorare nella giornata della memoria il ricordo degli incancellabili eventi legati ai luoghi di Sciesopoli a Selvino e di quelle straordinarie vicende che, determinate dai tragici lasciti della follia nazista, qui videro la salvezza, tra il 1945 ed il 1948, di centinaia di piccole vittime ebree sopravvissute alla Shoah ed il loro conseguente graduale ritorno alla speranza ed al futuro.
RELITTI, momento artistico ideato e realizzato da Parolini con la sensibile collaborazione dello scultore Giampaolo Pasini, a sua volta fortemente impegnato all’etica dei luoghi e delle relative interconnessioni umane, al di là dall’essere semplice operazione rievocativa, appare in tutta la sua disciplinata austerità, un insieme di “reperti” sfuggiti al tempo e qui lasciati, segno e storia indelebili di una ancora palpitante eredità.
Tracce recuperate all’oblio per il confronto diretto con la coscienza di ognuno: non esauste, non mute e, pur nella loro evidente distanza, non estranee all’oggi che ci accompagna.
Artista complesso, in un percorso di costante ricerca di relazioni con la quotidianità della vita, anche attraversandone i feticci più convenzionali, Parolini da tempo lavora per testimoniare una critica intensa al presente sia in ambito pittorico sia nelle manifestazioni site-specific.
Un impegno che emerge profondo anche in questo allestimento ricco sì di pathos ma in nessun modo indulgente ad alcuna pietà liberatoria, fermo al contrario, duro nella inesausta denuncia.
Nell’elaborazione complessiva dell’installazione che vive nel cuore della località selvinese, sono molteplici i riferimenti e i temi trattati: dalle impronte della violenza iniziale, a memento perenne, è con la simbologia stessa della natura che ci si incontra, attraverso il proprio emblema per eccellenza, quell’uomo-albero offeso umiliato bruciato e offerto in tutta la sua tragicità, ma che ancora porta pulsanti in sé le tracce della vita. Invincibile oltre ogni oltraggio.
Quell’albero e quell’uomo non furono sconfitti ma, ecco il senso vero dell’“offerta”, sostenuti dal soffio vitale dell’anima di tutta quell’umanità vinta che qui non giunse, è all’eternità stessa dell’“essere” che affidano, ancora e ancora, la loro ragione. Sono allora infiniti bianchi palloncini a contendere ad un filo spinato l’ultima estrema porta oltre morti binari, sconfitto il sonno del pensiero e della civiltà, verso la salvezza: ed è l’artista infine a farsi tramite del mistero complessivo, là dove è il seme della vita a prevalere.

IVANO PAROLINI
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