In queste settimane il Centro Artistico Alik Cavaliere propone una selezione di opere pittoriche di Alik Cavaliere per sottoporre al pubblico lo sguardo che riflettono i dipinti di un Maestro di scultura: un patrimonio di prospettive tridimensionali, di attenzione allo spazio, di idee che aspettano di realizzarsi a fondo oltre la tela, nella materia.
Una pittura che per certi versi ha tutti i caratteri del disegno preparatorio e, in questo senso, può apparire come un medium, una sorta di ponte tra l’opera del pittore e quella dell’architetto o del designer, ma che, a differenza di quest’ultima, ha già in sé una propria conclusa e appassionante autonomia: se resta senza una realizzazione materica è già un’opera d’arte, sintesi compiuta di forma e contenuto.
È una pittura che ferma l’attimo della creazione, che racconta un sogno splendido e visionario; un'opera già realizzata eppure sul punto di concretizzarsi: una forma che aspira ad averne anche un’altra, totalmente diversa, ma altrettanto inevitabilmente adeguata, un pensiero a due volti e dimensioni.
Approfittiamo della Giornata del Contemporaneo per offrire una possibilità in più di visitare la mostra e i nostri spazi, che contengono anche molte altre opere di Cavaliere.
ALIK CAVALIERE (Roma 1926 - Milano 1998)
Studia presso l'Accademia di Brera con Manzù, Funi e Marino Marini, a cui succedette dal 1970 alla cattedra di scultura. La sua poliedrica e sempre rinnovata attività mette capo ad alcuni cicli di opere che indagano ed elaborano il rapporto dell’uomo e dell’artista con la natura, con gli altri, con i miti fondativi dell’esistenza e della vita sociale. Partecipò più volte alla Biennale di Venezia, nel ‘64 e nel ‘72 con una sala personale. Tenne esposizioni a Tokio, Los Angeles e San Francisco. Tra le opere principali I processi dalle storie inglesi di W. Shakespeare, i cicli Giochi proibiti 1958-9, Metamorfosi 1958-9, Avventure di Gustavo B ’61-64, Viva la libertà ‘63-83 e gli environments: I giardini della memoria ’88-90, Il Pigmalione ’86-7, Surroundings
Artista refrattario a qualsiasi limitazione e definizione, ha perseguito nel suo lavoro la ricerca di sempre nuove forme di espressività, con un uso concettualmente innovativo delle tecniche della tradizione classica così come dell’avanguardia dadaista, rilette entrambe nel confronto con una pluralità duttile e modernissima di materiali.
“Ho sempre usato i materiali, scrive Cavaliere, come un regista, come un trovarobe teatrale, come un narratore di storie e racconti; lavorando sulla memoria, cercando di creare dei percorsi, dei labirinti dove potermi incontrare con l'eventuale visitatore/spettatore per poi perderci entrambi all'interno dell'opera stessa, oltre che psicologicamente anche fisicamente, nella pluralità delle angolazioni o nei grovigli della materia o delle indicazioni suggerite”.