Sabato 7 ottobre dalle 17 alle 21, lo Studio Mercerie propone un dialogo tra i lavori di Marco Manzella e Laura Pedizzi.
Fine Estate è una mostra che, tracciando il termine di un ciclo, anticipa l'inizio di una nuova stagione.
"Segnando il limite tra i due momenti c'è la ricerca di un equilibrio sulla linea di confine, quella capacità che è propria del funambolo, che è spesso richiesta nel quotidiano vivere".
Marco Manzella
Nato a Livorno nel 1962, dopo gli studi d’arte e restauro, si occupa per anni di dipinti murali e tecniche artistiche antiche, per poi dedicarsi definitivamente alla sola pittura.
Ha iniziato l’attività espositiva nel 1985 sviluppando costantemente il suo interesse per alcuni episodi della pittura toscana del ‘400 e ‘500 e per l’arte figurativa del ‘900.
Nel 1997 inizia ad avvicinarsi alla pittura figurativa inglese e successivamente a quella americana, soggiornando frequentemente negli Stati Uniti.
Da questo momento comincia la collaborazione con alcune gallerie tedesche e spagnole e in Italia con Stefano Forni (Bologna), Entroterra (Milano) e Poggiali e Forconi (Firenze). Attualmente lavora con la Galleria Athena (Livorno), Sensi Arte (Siena), Bernabò Home Gallery (Milano) e la Galleria delle Visioni (Piacenza).
Da sempre attratto dai temi legati all’acqua, nella sua pittura figurativa è dedicata a questo elemento una posizione preminente.
Vive e lavora tra Brescia e la Toscana.
Laura Pedizzi
Laura Pedizzi, nasce a Brescia 1986. Dopo la laurea magistrale in marketing management e grazie ad un confronto virtuoso con artisti dell’illustrazione editoriale, ha approfondito il suo interesse per le tematiche della comunicazione nel campo delle arti visive, con particolare attenzione al figurativo.
L’artista ha ottenuto diversi riconoscimenti tra cui il Premio Arte – Cairo Editore Mondadori e partecipa attivamente ad esposizioni collettive, personali e residenze artistiche, in ambito nazionale e internazionale.
Impegnata principalmente nell'indagine del tema psicologico, attraverso le sue opere cerca di instaurare un dialogo con lo spettatore.
"Nella ricerca artistica c'è da tempo - ha commentato il critico d'arte Fausto Lorenzi - una rinnovata centralità del corpo, ma di un corpo stilizzato, che non riesce a comunicare un rapporto diretto e fisico con la realtà. L'attimo quotidiano teatralizzato, ma fuori da ogni copione, come d'un atteggiarsi in camerino prima d'affrontare il palcoscenico.”