In occasione della 19esima Giornata del Contemporaneo l’artista Bizia Cesarano propone un’istantanea del suo lavoro, aprendo le porte del suo atelier.
“Mi trovo ad un punto del mio percorso personale in cui, dopo un lungo periodo in cui credevo di conoscere bene i miei demoni, mi sono resa conto di non aver mai davvero elaborato tanti dolori che abitano dentro di me. E non è un caso che abbia rimesso mano a disegni iniziati due anni fa.
Un po’ come pretendere di capire il significato di un libro leggendone solo un riassunto.
Sono andata avanti, convinta che la consapevolezza degli schemi mentali che hanno orientato la mia crescita e le mie scelte bastasse a liberarmene.
Non ho completato quegli schizzi e ho ricominciato a pensare che la vita fosse una linea dritta scandita dal tempo. Mi sono raccontata la favola che per farcela dovevo andare avanti, proseguire dritta, dimenticandomi le lezioni vere che ho imparato nei momenti catartici. La vita non è tempo. La vita è spazio. E il tempo serve ad abitare gli spazi dentro e fuori di noi.
Così, dopo due anni pieni e in perenne movimento, provo a fermarmi nello spazio che più di ogni altro mi ha vista crescere, evolvere, legarmi a certe convinzioni per poi abbandonarle e sentire un senso di vuoto”.
Il lavoro dell’artista è profondamente legato allo spazio che abita, arrivando a evolversi e a confondersi con esso.