La performance, pensata per partecipare alla Ventesima Giornata del Contemporaneo, vuole soffermarsi sulla pesantezza che si porta dietro il concetto di perfezione.
La perfezione, intesa nel nostro contesto sociale, può diventare meta difficile da raggiungere e soprattutto da sostenere nella quotidianità. La ricerca della perfezione oggi si manifesta in tutti gli ambiti diventando mito e malattia, illusione e nevrosi, che colpisce trasversalmente ogni persona. Mai come oggi, la richiesta di essere perfetti colpisce così tanti individui che sono chiamati a fare una scelta fra l’essere perfetti e l’essere sé stessi.
Nello specifico le performers si divideranno i compiti. Alla prima verrà affidato il compito di sostenere, con la propria forza e tenacia il peso della perfezione, qui rappresentato da due bonsai, simbolo di volontà di perfezione attraverso l’intervento umano. L’artista reggerà sulle mani, le piante percorrendo un sentiero indicato da una corda rossa sulla quale dovrà camminare. Alla seconda performer è affidato il compito di creare gli imprevisti, come normalmente nella vita succede. Gli imprevisti possono essere semplici deviazioni di percorso o grandi cambiamenti dettati dalle richieste della società che, soprattutto per l’essere femminile, ha richieste precise in fatto di perfezione.
La performance si snoderà quindi su questa continua ricerca di perfezione da una parte e sull’adattarsi all’imprevisto per trovare una propria perfezione, più consona all’imperfezione umana.
La sfida che proponiamo di sostenere sarà quella di far convergere la cultura orientale con quella occidentale entrambe sofferenti rispetto alla tematica ed entrambe discriminanti rispetto alla figura della donna, alla quale si richiede sempre la scelta giusta.