A cura di Carlotta Cernigliaro, in collaborazione con Il Ponte del Sale, Casa Editrice Associazione culturale per la Poesia, Rovigo
Le figurazioni compatte e decomposte delle opere pittoriche e plastiche di Pilan e le composizioni astratte di Cantà contengono un senso di disfacimento mai concluso, e di un desiderio di uscita da un’interminabile caduta, di rigenerazione. Di questo parla la voce poetica di Marco Munaro, evocatrice di energie segrete e profonde della natura umana, richiamate alla memoria attraverso un viaggio esistenziale nel tempo e nei luoghi dell’anima.