Mirta Caccaro usa i colori, fa acquarelli, ceramiche, libri d’artista ma soprattutto è nota e investe nella tecnica della xilografia. C’è sempre molto disegno nelle sue stampe e particolari ricavati come soggetti da storie o piccoli racconti letterari, poesie o titoli brevi che la ispirano. I soggetti amati provengono da un bestiario favolistico, tra i quali il cavallo e il gatto, che a volte si fondono a formare un nuovo unico essere, assumono il ruolo di firma dell’artista stessa.
La xilografia è un procedimento di stampa a rilievo che si avvale come matrice di una tavoletta di legno sulla quale il disegno deve essere inciso. Ogni segno scavato con sgorbie affilatissime a punta viva e la pressione di mano e polso denotano l’intenzione e la precisione per la riuscita nella stampa. Il procedimento xilografico è una tecnica orientale antichissima sviluppatasi in Europa a partire dal XIV secolo. Mirta Caccaro l'ha appreso da Maestri, sviluppato alla luce di più aggiornate conoscenze, approfondito e utilizzato attraverso una rigorosissima sintesi tra disegno e plastica in molti dei suoi lavori specialmente dedicati alla costruzione di favole e fiabe sue o di autori conosciuti.
L'immagine della mostra scelta è l'opera "Il topo e la montagna".
Da una conversazione con l'artista Mirta racconta che le illustrazioni della fiaba “Il topo e la montagna” di Gramsci, nascono dopo aver visitato a Ulussai la Stazione dell’arte di Maria Lai e di aver visto la scultura di ferro che Lai realizzò e dedicò ad Antonio Gramsci in occasione del settantesimo anno della sua scomparsa. La mia idea racconta, è stata quella di illustrare la fiaba scritta da Gramsci per il figlio, durante il suo periodo di reclusione (Il topo e la montagna, 1931) con la tecnica xilografica e di inserire il libro, in un involucro, a fisarmonica. Il lavoro è dedicato a Maria Lai, infatti parte da un suo leggero libro stampato, da cui prende avvio il nastro che s’innalza verso la montagna e che, di volta in volta, s’intreccia con le immagini suggerite dai suoi lavori, dando vita così a un’originale narrazione visiva. Ho scelto questa favola, perché nasconde una morale che è ancora più attuale ai giorni nostri, in cui l’uomo è sempre meno attento e meno rispettoso del mondo che lo circonda.
(Lamberto Caravita dir. artistico /conservatore Fondo Archivio Museo CABA)