L’aggettivo matèrico è espressamente legato al mondo dell’arte, in particolare all’arte contemporanea, dove la materia e tutte le sue componenti diventano parte integrante della poetica dell’artista e acquisiscono nell’opera un valore che supera la dimensione tridimensionale e diventa linguaggio.
Gli artisti in mostra, ognuno a proprio modo, fanno della materia il supporto e allo stesso tempo il contenuto delle loro opere, accumunati dall’intenzione di fare del gesto e della tridimensionalità una esperienza diretta del visitatore, che fruisce dell’opera sia a livello concettuale che fisico.
Dall’uso dinamico e giocoso della Japanese clay, all’incisione a cera-molle, dalla granulosità dell’argilla che si trasforma in cottura, agli intrecci di tessuti di scarto, ma anche nella stessa superficie pittorica, la dimensione tattile-visiva suggerisce un’esperienza interattiva di scambio e condivisione a più livelli che scaturisce direttamente dal patrimonio umano e suscita diverse emozioni.
Le opere sono immerse nello spazio e dialogano tra loro, trasformando la galleria in un percorso dove si compenetrano tangibile e intangibile: se infatti ad un primo sguardo questa dualità sembra irrisolvibile, si compenetra in una entità “altra” dove le due dimensioni dialogano e innescano relazioni: un campo praticabile, da considerare come uno spazio pieno nel quale collocarsi sfruttandone tutte le potenzialità.