“Ogni ritratto dipinto con passione è il ritratto dell’artista, e non del modello. Il modello non è che il pretesto. Non è lui ad essere rivelato dal pittore, ma è piuttosto il pittore che rivela se stesso sulla tela dipinta”. Il celebre passo de “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde, racchiude il senso e la cifra dell’esperienza artistica di Ivano Parolini, 47 anni, che, con convinzione, punta sul dialogo diretto per segnalare il senso della propria ispirazione.
“Dopo gli studi all'Accademia Carrara di Bergamo, nel 1996 ho iniziato ad esporre presso Centri Museali, Fondazioni e gallerie private. Il mio interesse è rivolto anche a scultura, installazioni, video e performance, generando relazioni tra le varie arti, anche con interpretazioni Site-Specific. Da sempre ritengo - aggiunge - che l’artista e le opere da lui create rappresentino un tutt’uno che non può essere scisso. Raccontare una mia opera attraverso una fotografia o un pur organizzato sito internet (www.ivanoparolini.it) è una modalità che apre a molteplici opportunità di contatto, ma credo che il dialogo concreto resti l’opportunità più completa per esprimere agli altri ciò che sento dentro”. Ecco allora che Ivano segnala la volontà di aprire le porte di Casa Oschiolo, la sua abitazione nell’omonima contrada ad Orezzo di Gazzaniga. “Ho semplicemente affisso alle pareti le mie opere pittoriche - spiega - da mostrare a coloro che vorranno approfondire le mie ispirazioni e il senso di ciò che ho voluto esprimere”.
Ivano Parolini ha sviluppato la propria ricerca artistica a partire dal 1999, quando espose alla Gamec di Bergamo nella mostra curata da Vittorio Fagone, Mario Cresci ed Enrico De Pascale. Scelto da Marco Cingolani per un’esposizione alla Ciocca di Milano, è stato protagonista di importanti rassegne italiane ed estere. Nel 2014, con il progetto “Beauties” ha esposto allo Spazio Rosso Tiziano di Piacenza e nel 2015 ha proposto una performance a tema ad Expo, prima di presentare a Londra il suo “libro illustrato”, pezzo unico ispirato al romanzo “Da qualche parte nel mondo” di Chiara Cecilia Santamaria. Del 2016 sono l’installazione “Relitti” nella colonia Sciesopoli a Selvino legata alla Shoah ed il progetto “Anime” nella Basilica di Gandino. Anime ebbe anche un’antitetico sequel fra calcarei giurassici alla Buca del Corno di Entratico, dove Parolini ha esposto il “Trichierotauro”: una scultura ossea alta circa 2,50 metri. Del 2018 è invece la performance “La Sposa” (denuncia contro la violenza sulle donne), cui hanno fatto seguito negli ultimi anni la personale “Beauties 2.0” ad Alassio, le installazioni “Flowers” (dedicata al Sinodo dell’Amazzonia), la scultura “Alzheimer”, “Il Vitruviano” (sostenibilità ambientale) e l’Astronauta (l’uomo e lo spazio).
Una visita a Casa Oschiolo è occasione per “dialogare d’arte” con chi ne è protagonista ed interprete, e scoprire un mondo di colori. Perché ad Oschiolo le emozioni sono di casa.