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Matteo Tenardi, Studi per una scena di battaglia
La costante dei cicli pittorici di Tenardi è il rapporto tra l’uomo e lo spazio: i suoi personaggi sono sempre colti nell’atto di compiere un gesto.
12 ottobre 2024
sab: 11:00 – 13:00 / 15:00 – 19:00
Descrizione

MATTEO TENARDI
STUDI PER UNA SCENA DI BATTAGLIA
Testo critico di Simona Bartolena
Dal 28 settembre al 30 novembre 2024
La galleria è aperta da MART a VEN dalle ore 17.30 alle 20 | SAB dalle ore 15 alle 19 e su appuntamento

Villa Contemporanea è lieta di presentare Studi per una scena di battaglia di Matteo Tenardi.
Pittore figurativo, Matteo mostra una notevole capacità tecnica e spazia dal disegno su carta all’opera sagomata in legno. Virtuoso nel disegno, parte sempre da uno schizzo per approdare all’opera tridimensionale e installativa.
La sua è una pittura che si rivela strato su strato e che si manifesta come una reminiscenza: le sue figure paiono vivere nella dimensione della memoria, cristallizzate nell’immobilità di un momento conservato in un pensiero personale, un frammento di ricordo.
La costante dei cicli pittorici di Tenardi è il rapporto tra l’uomo e lo spazio: i suoi personaggi sono sempre colti nell’atto di compiere un gesto, oltrepassano lo spazio fisico e si protendono verso lo spettatore.
In questo nuovo ciclo, frammenti di figure scagliano pietre, tentano di costruire rifugi, mostrano la schiena cercando la fuga. La battaglia a cui si riferisce il titolo è contro il tempo e il suo lento oblio; scagliare una pietra diventa così un gesto di sfida, la memoria di un gesto primario.
“Le immagini, come sassi lanciati nella storia, viaggiano nel tempo per frammenti, enigmi e cose non dette e portano tracce che si sedimentano nella memoria. “Studi per una scena di battaglia” vuole essere anche questo, un censimento di gesti frammentari, alla ricerca di un ritorno o di una rivolta”, così descrive il suo lavoro l’artista.
Scrive Simona Bartolena nel testo critico che accompagna la mostra: “Le sue figure che lanciavano pietre avevano già il carattere dei combattenti. Si trattava solo di sassi, però, di litomachie, come le aveva definite l’artista stesso: pietre gettate con gesti dai molteplici significati e implicazioni. Qui, invece, Tenardi ha immaginato una vera e propria battaglia, come quelle che dipingevano i pittori di genere del Seicento: non “quella” battaglia, ma “una” battaglia, anche mai esistita, anche solo immaginata, quasi un pretesto per mettere in scena corpi, cavalli, paesaggi, lance, prospettive…
In linea con questo immaginario, Tenardi ha costruito la propria battaglia, componendola con le sue inconfondibili figure, che per l’occasione hanno vestito panni che le spostano in uno spazio-tempo indefinito e hanno perduto le loro riconoscibili individualità: i loro volti sono parzialmente spariti, corrosi fino a diventare frammenti, i loro corpi sono dipinti a monocromo, quasi un disegno gestito con il pennello”.
Siamo spettatori di un grande affresco in divenire: le figure, che si protendono fuori dalla parete, rapiscono il nostro sguardo e ci pongono di fronte ad una battaglia che già nelle tavole corrose e frammentate lascia intendere l’eterna lotta contro il tempo.

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Via Bergamo 20, 20900, Monza, MB, Italia
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