Nelle arti figurative la relazione uomo-natura è sempre stata il focus di profonde riflessioni e rivoluzioni e perciò, motivo di attenta osservazione e conseguente rappresentazione sebbene spesso al centro di un rapporto di conflittualità. Fonte di interesse, stupore, curiosità e mistero la presenza della natura nell’arte è però a volte silenziosa, relegata a posizioni di sfondo ma non per questo da considerare di ruolo secondario.
La Galleria d’Arte Contemporanea, con la sua raccolta di arte pittorica e scultorea del '900 offre un vasto panorama di come gli artisti dell’epoca, seppur incentrati nella commissione di un tema specifico, quello della rappresentazione della figura cristologica in contesti moderni, non abbiano trascurato l’interesse per Madre Natura e per i suoi simbolismi. Elementi e paesaggi si insinuano, con cifre stilistiche differenti, tra il tema portante delle opere riuscendo a spiegare dettagli e situazioni senza l’uso della parola. Un invito a saper leggere oltre e perdersi negli sfondi spesso ricchi di attributi a cui concedere un’attenzione ritrovata.
Così come per la pittura e la scultura, molto più intenso per sua natura è il rapporto che l’arte della fotografia ha con il reale. Secondo la sociologa Susan Sontag: “Una fotografia non è soltanto un’immagine, un’interpretazione del reale (nel modo in cui lo è un dipinto), è anche una traccia, qualcosa zampillata fuori direttamente dalla realtà”.
La lente fotografica di Mauro Scarpelloni mette in luce con chiarezza e semplicità gli elementi naturali che l’uomo ha costantemente nelle sue vicinanze; nella sua ricerca fotografica questi tratti del reale emergono come essenza del rapporto uomo-natura rimarcati dall’importanza di una sosta in questi nostri tempi frenetici, dalla gioia suscitata da uno sguardo più lento che si poggia su elementi naturali altrimenti inosservati e inosservabili. Nel contesto dei due percorsi espositivi non si esaurisce al visibile e all’esplicito la rappresentazione di un richiamo al mondo naturale: vogliamo essere artefici di un moto di riflessione e connessione attraverso la lente dell’Arte in tutte le sue forme.
Si vorrebbero creare "più che opere ponti" grazie anche all’ausilio delle nuove tecnologie impiegate in questi percorsi espositivi i quali saranno rispettivamente liberi e immersivi ovvero senza nessun vincolo fisico di seguire un tracciato obbligato all’interno della Galleria con la possibilità di confronto con tutte le opere esposte. A rendere la Galleria uno spazio coinvolgente sarà il pubblico stesso. Ciò sarà reso possibile grazie alla segnaletica orizzontale: la pavimentazione della Galleria diventerà un terreno fertile per un’immersione attiva attraverso i QR code da inquadrare con il proprio device. I contenuti a cui si accederà non sono stati pensati esclusivamente per una semplice lettura, bensì come veicoli di diffusione utili a costruire il legame con l’opera di riferimento.