RITORNA suona come il desiderio di completare un sogno rimasto sospeso, come una promessa che pretende riscontro. Il titolo organizza la mostra attorno al ritorno di artisti, pubblico e spazio fisico. RITORNA non è una semplice ripetizione ma rievoca il gesto critico, etico ed estetico del ricongiungimento.
L’esistenza non è una permanenza immediata ma prevede una serie di allontanamenti e riavvicinamenti che mettono alla prova la sostanza dei sentimenti. Tornare a ciò che si ama richiede una memoria che non si limita a ripetere gli stessi gesti, ma sa riconoscere le trasformazioni — proprie e dell’oggetto amato — e serrare intorno a esse una nuova forma di presenza. Il ritorno, qui, è cogliere cosa si è imparato nel tempo dell’assenza.
Il mito delle sirene offre una grammatica potente per questo movimento. Le sirene cantano il desiderio e la perdita; il loro canto è promessa di bellezza e, insieme, minaccia di annichilimento. Il nodo mitico mostra la doppia natura del richiamo: c’è un richiamo che conduce al ritorno autentico — quello che orienta verso una casa da ri-conoscere — e c’è una seduzione che disfa la capacità di tornare in quanto annulla la soggettività del viaggiatore. Ulisse è una figura paradigmatica: la resistenza al canto non è rinuncia alla bellezza, ma disciplina del desiderio per poter infine ritornare, non come chi recupera un tempo immutato, ma come chi riporta con sé la prova del viaggio. Ulisse ritorna ad Itaca perchè non riesce a tradire il suo desiderio incommensurabile e irrazionale di riavere Penelope, oltre la gloria e oltre gli errori RITORNA. Per una città come Sorrento, questa simbologia risuona in controluce: così come il mare chiama, la riva attende; ugualmente gli artisti e i viaggiatori del Grand Tour ritornavano per tradurre l’esperienza.
Questa mostra dunque mette il ritorno come “richiesta del confronto” che domanda uno sforzo emotivo al visitatore e all’artista. Lo sforzo di avere coraggio per lasciare le barriere cognitive affinché il gesto espositivo diventi un rituale di riunificazione. La meraviglia delle opere può essere concessa solo a coloro che reclamano sguardi ripetuti, essa si rivela solo a chi torna, a chi insiste. L’esposizione diventa un tempo dilatato in cui “RITORNA” è un atto di pura fedeltà, in cui il dispositivo curatoriale rivela che il saper tornare cambiati dona eternità al percorso che si traccia. RITORNA è rientrare dal viaggio con la capacità di tradurre l’esperienza nella costruzione di un futuro riconciliato migliore.