La natura che si concretizza nei miei gioielli è una natura incontaminata e selvaggia, che cresce e si evolve in maniera autonoma, libera e indipendente da ogni volontà umana ed è rigogliosa, cresce su se stessa formando un tessuto intricato e meraviglioso.
È una natura di luci, colori e ombre, zone cupe e opache, altre trasparenti o spumeggianti e zone più vivaci.
Alcune forme sembrano enormi fiori sovradimensionati come fossero alberi o creature gigantesche che non hanno a che vedere con il decoro anche se a volte inglobano piccoli elementi riconoscibili quali murrine e cristalli o fiorellini in miniatura.
Altre volte questa natura può sembrare una conformazione geologica formata da rocce create da un’eruzione vulcanica: sono le forze della natura.
Altre volte, compare un animale e così la natura diventa paesaggio, forse un paesaggio interiore; l’animale si mimetizza in questo paesaggio che in parte è naturale e in parte è natura artificiale.
Il materiale che forma la mia “natura morta-paesaggio” è fatto di polimeri, con l’aggiunta di altri materiali come il vetro fuso o il cristallo e alcune pietre dure.
Antropocene, il mondo che ora viviamo e che ci circonda, ci appare trasformato e ora anche materiali come la plastica ne fanno parte.
Io me ne approprio, utilizzo piccoli oggetti in plastica e li reintegro nelle mie nature morte; sottraggo all’ambiente materiali considerati nell’era attuale sempiterni e li uso proprio in virtù di questa loro caratteristica: la durevolezza nel tempo.
Prima li sottopongo al cambiamento, per rammollire l’oggettività e abbracciare altre forme.
Sento la necessità di riconnettermi alla natura e all’evoluzione organica; si tratta di un coinvolgimento: osservo ciò che attrae la mia attenzione, cerco la trasformazione e blocco il processo così come poi appare nel gioiello finito.