Con questa visita guidata, C+N Gallery CANEPANERI è lieta di presentare "A Hyena Wore My Face Last Night" (Una iena ha indossato il mio volto la scorsa notte), una mostra bi-personale curata da Joséphine-May Bailey, con nuove opere della scultrice Holly Stevenson e della pittrice Amelie Peace (con una serie di nuovi lavori parzialmente realizzata presso la Residenza Palazzo Monti in primavera 2025).
Il titolo della mostra è ispirato al racconto "La debuttante" di Leonora Carrington, in cui una giovane donna convince una iena a prendere il suo posto a un ballo dell’alta società. Travestita con la pelle di una cameriera da lei divorata, l’animale attraversa con malcelato disprezzo i rituali assurdi della vita aristocratica. Il racconto è comico e macabro, assurdo e sovversivo. In questo spirito, la mostra esplora i temi della femminilità, della trasformazione, del travestimento e della linea sottile che separa l’umano dall’animale. Attraverso la scultura ceramica e la pittura, Stevenson e Peace riflettono sulla femminilità come spazio di sdoppiamento e metamorfosi. L’identità non viene proposta come qualcosa di fisso, ma come un processo in divenire - qualcosa che si può indossare o prendere in prestito, scambiare o disfare.
C+N Gallery CANEPANERI ha da tempo una forte attenzione verso pratiche figurative sperimentali, collocando pittura e scultura in dialogo con questioni più ampie di mito, intimità e travestimento. È anche uno spazio di ritorno per Amelie Peace, che qui aveva esposto in precedenza presentando per la prima volta al pubblico italiano il suo linguaggio atmosferico fatto di gesti ambigui e interni carichi di tensione al pubblico italiano. Questo nuovo progetto situa la sua pratica in dialogo con la scultura ceramica di Stevenson, creando un confronto tra superficie e oggetto, corpo e artefatto, che trae energia dalla stessa Milano: città in cui costume, teatro e moda permeano il paesaggio culturale e dove dissimulazione e messa in scena fanno parte della vita quotidiana.
Le nuove ceramiche di Holly Stevenson affinano il legame della mostra con maschere, reliquie e perturbante. "The most difficult thing was, how to disguise her face" (2025), una scultura ceramica a parete, ricorda le maschere di bellezza a LED, oggetti pubblicizzati per le loro promesse di ringiovanimento. Dalla sua superficie levigata spuntano orecchie feline, introducendo una nota di assurdità ferina che incrina il linguaggio levigato della cura estetica. La maschera non è più uno strumento neutro di miglioramento, ma una creatura ibrida, sospesa tra tecnologia cosmetica e travestimento carnevalesco. Gli oggetti di Stevenson attraversano spesso i territori della psicoanalisi, del rituale e della performance: come l’elemento perturbante nel senso freudiano, sono al contempo familiari e stranianti, sospesi tra reliquia e corpo, costume e artefatto.