Studio Visit in occasione della XXI Giornata del Contemporaneo.
Aprire le porte dello studio significa aprire un varco. Una visita allo studio non è una semplice occasione espositiva, ma un incontro intimo e diretto tra un artista e i visitatori, all’interno del luogo in cui le idee prendono forma. A differenza della galleria o del museo — spazi dove l’opera appare compiuta, separata dal suo processo — lo studio rivela il dietro le quinte: il percorso incerto, gli strumenti, le prove e gli errori, le intuizioni improvvise. È uno spazio vivo, abitato dalla creazione nel suo farsi. Entrarvi significa osservare l’arte non solo come risultato, ma come esperienza in movimento.
La visita allo studio permette uno sguardo olistico e personale: qui il dialogo non è mediato, ma nasce dalla condivisione diretta di uno spazio, di un tempo e di un immaginario. È un’occasione per avvicinarsi all’opera in modo diverso, lasciando che la materia, il gesto e la parola aprano nuove prospettive di comprensione.
Il titolo scelto per l’incontro — Il cadavere squisito berrà il vino nuovo — è un omaggio al celebre gioco surrealista Cadavre Exquis, inventato a Parigi nel 1925. I surrealisti lo idearono per esplorare la creazione collettiva e l’inconscio condiviso: ciascun partecipante contribuisce con una parola, un frammento di frase o un disegno, senza conoscere quelli precedenti. Il risultato è sorprendente e spesso poetico, rivelando connessioni inattese e significati che nessun individuo, da solo, avrebbe potuto concepire. In questa pratica giocosa si cela una riflessione profonda: l’opera non è mai interamente nelle mani del suo autore, ma si compone nell’incontro tra visioni, desideri e immaginazioni diverse.
Durante la giornata, i visitatori saranno invitati a entrare nello studio, a esplorare da vicino il processo creativo dell’artista e a partecipare insieme a un grande Cadavre Exquis, lasciando che la dimensione individuale si intrecci a quella collettiva. Sarà un momento per osservare, dialogare, creare e — perché no — lasciarsi sorprendere dal vino nuovo dell’immaginazione.